Alcuni spunti per una riflessione sul tema
(Trascritto da una conversazione tenuta nell’ottobre ‘84 al Centro Mariapoli)
di Giorgio Marchetti (focolarino)
Nel quadro del rapporto tra la religione e marxismo, questo Movimento ha un suo peculiare interesse per questo fatto: nella storia degli ultimi quarant’anni è avvenuto ogni tanto il passaggio di cattolici, non solo di singoli, ma anche di gruppi, al PCI o a gruppi di ispirazione marxista, restando intenzionalmente cattolici o no. Nell’immediato dopoguerra ciò avvenne per il Movimento dei Comunisti Cattolici (Ossicini, Rodano); o per il gruppo dei cristiano-sociali (Gerardo Bruni), che sono poi entrati nel PCI. Più recentemente, ci fu il caso dell’abate Franzoni; quello di Ranierò La Valle, direttore del giornale cattolico l’Avvenire con altri, e così via. Al di là del PCI, anche nei gruppi dell’area extraparlamentare, possiamo trovare persone che originariamente erano cattoliche.
Nel Movimento dei Focolari (e più recentemente in altri movimenti) è avvenuto invece, più frequentemente, il fenomeno contrario: ci sono stati comunisti o marxisti che, conosciuto il Movimento, vi sono entrati o vi si sono avvicinati, lasciando il comunismo o il marxismo, o anche no, come vedremo più avanti.
C’e da dire ancora che, naturalmente, non si può ridurre la situazione italiana ad una presenza e una qualche - diciamo - contrapposizione tra cattolicesimo e marxismo; c ‘ è almeno da ricordare la componente liberale, repubblicana, laicista, la componente che si rifà all’esperienza del fascismo ecc. Ma c’è soprattutto da tener presente il progredire di un “secolarismo consumista” - se così lo possiamo chiamare - che porta con se l’indifferenza religiosa e quindi l’atéismo, e che tende a far piazza pulita di molti valori.
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