Sulla strada della fraternità universale
centro del dialogo con persone di convinzioni non religiose

Costruire insieme un mondo unito

Questo spazio ‘raccoglie quegli amici di varie culture che, se non hanno interesse in genere per una fede religiosa, non sono certamente indifferenti alle grandi, immense problematiche del nostro tempo. Anzi sono intenzionati a mettere le loro forze, i tesori dei loro cuori e del loro sapere al servizio dell’umanità. Sono fiduciosi che, puntando sulla realizzazione anche parziale dell’unità della famiglia umana, molte difficoltà cadranno da sé e molti perché avranno una risposta’.
Fonte: Chiara Lubich, Castelgandolfo 2 maggio 1992

Moreno Orazi (Architetto) fa parte del gruppo di dialogo di Spoleto e nel 2013 ci ha proposto una riflessione sulla "Parola", introducendola come di seguito:

«Durante la preparazione di questo corso sulla "parola", tra i materiali che ci siamo scambiati tra i componenti del gruppo redazionale, faceva parte uno stralcio del profilo spirituale di Igino Giordani tratteggiato da Pino Quartana. Ne è nata una corrispondenza e un dialogo al capezzale di Pino sul suo contenuto. Quello avuto con Pino è stato un momento di comunicazione intensissima che mi è rimasto dentro per la confidenza e l’apertura d’animo con cui ci accolse. Fu lui a suggerirci di coinvolgere la Fondazione Igino Giordani offrendoci la disponibilità a collaborare in prima persona. Sono sicuro che sarebbe qui con noi se il male non lo avesse tolto da questo mondo.
Vorrei riassumere brevemente alcune riflessioni e domande che la lettura dello scritto di Pino mi hanno generato sul rapporto tra la Fede, le Scritture, i vissuti di ciascuno di noi, le esperienze e la relazione inter personali per trarne, se possibile, una qualche verità, seppure provvisoria.
Posso porre queste domande e riflessioni senza tema di offendere la sensibilità religiosa grazie alla dignità riconosciuta nella nostra epoca all’ acquisito diritto della parola profana di dar voce all’interiorità dell’uomo, di parlare di noi stessi, svincolando la ricerca del nostro essere nel mondo dalla subordinazione al sacro ed alla dimensione della Fede, non rischiando, come in un passato, nemmeno tanto remoto, per chi tale diritto lo esercitava, l’ accusa infamante di empietà, gravida di conseguenze sul piano materiale e morale».

 

Jordi Illa (Ingegnere in telecomunicazioni) partecipa al Gruppo di Barcellona (Spagna). Nel 2013 ci ha proposto la sua riflessione sulla "Parola", definendola come di seguito:

«L’uomo ha bisogno di riferimenti: moltitudini seguono leaders, per esempio politici; altri leaders di diverse religioni e credenze capaci di fare cose straordinarie per il bene dell’umanità ma anche di distruggere e persino di uccidere. Anche le aziende sono disumanizzate a tal punto che le tesi di Marx sullo sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo sembrano ancora perfettamente attuali. La pubblicità stessa e i suoi effetti sul consumo rispondono a questo bisogno di riferimenti, veri o falsi che siano.

A mio parere la spiegazione di tutto questo è nella paura e nella mancanza di creatività. Paura di ciò che non si conosce, di ciò che ci aspetta, del diverso, paura di affrontare se stessi. Un’altra causa può essere la mancanza di creatività o di ascolto interiore; se fossimo capaci di dare risposte alle nostre domande, di metterci in discussione su ciò che non abbiamo chiaro, allora non saremmo schiavi di manipolazioni e saremmo veramente liberi.
E’ così che la Parola diventa un punto di riferimento forte per l’essere umano. Trasmette sicurezza, permette di capire l’uomo, dà risposta alle nostre inquietudini spirituali, ci rende liberi, ci fa sperimentare l’essenziale della nostra esistenza. Non tutte le parole svolgono questa funzione. Solo la Parola autentica è quella che fa cambiare il nostro modo di pensare e, soprattutto, di agire».

 

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